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Dic 07, 2020

È ancora tempo di fiabe?

Le fiabe della tradizione non solo non appartengono mai al passato, ma occupano nel tempo un posto speciale. Sono attuali, anche quando sono testi scritti un secolo fa. Le fiabe riescono sempre a farsi sentire incredibilmente vicine all’esperienza di un bambino, anche quando raccontano di fate e di regine, di orchi e di draghi.

Lo psicologo americano David Elkind scriveva che i bambini oggi sono più competenti: si adattano alla presenza di estranei e a qualsiasi ambiente fin dai primi anni, gestiscono un enorme flusso di immagini e informazioni. Vero, ma la competenza più importante che un bambino deve acquisire è quella che riguarda la sua capacità di stare al mondo.

Le fiabe aiutano a crescere, possiamo considerarle racconti di formazione, ancora oggi (forse mai come oggi).

Il protagonista deve affrontare una situazione problematica. Parte per un viaggio oppure lascia la casa delle sue sicurezze, ma non si scoraggia e con fiducia si avventura per strade sconosciute. In qualche caso decide di andarsene in libertà, rompendo una regola, come i tre porcellini che sono grandi ormai e devono andarsene di casa.

È certo che il protagonista delle fiabe incontra un personaggio minaccioso, magari quel lupo sempre in agguato nel bosco, la strega brutta e cattiva, il mostro dai denti aguzzi.

Con le sole caratteristiche che gli appartengono, lui vince. Sente la paura, certo, ma non si perde d’animo: man mano che si va avanti, nella storia si fa spazio il coraggio, la perseveranza. Davanti ad un problema, persino il porcellino più piccolo dei fratelli riesce a trovare una soluzione per vincere sulla paura. È probabile che venga in soccorso un amico, una creatura magica, un oggetto dai poteri straordinari. Che poteri ha il gatto con gli stivali!

Per quanto possano essere grandi i loro limiti e le loro fragilità, i personaggi riescono sempre a farcela.

Le fiabe sono storie in cui è facile specchiarsi, soprattutto quando si è toccati da una disabilità, che sia fisica o comunicativa. Ogni bambino può entrare in una fiaba e sentire come propria la forza del protagonista, interiorizzando che la vita regala sempre gioia se soltanto non si rinuncia ad affrontare il bosco.

 Le fiabe non potevano mancare ne “I libri per tutti” “La bella addormentata”, “I tre porcellini”, “Il gatto con gli stivali”.  Nella versione “I libri per tutti”, i testi in simboli della CAA rappresentano porte privilegiate al mondo delle fiabe per i bambini con difficoltà comunicativa.

Nella lettura condivisa, la narrazione della fiaba è sempre occasione di un momento per stare insieme; sia se la storia arriva al bambino nella lettura ad alta voce, sia se arriva in audio dal tablet. Anche in questo caso l’adulto è accanto, rafforza l’attenzione congiunta alla trama, ai personaggi, alle figure, ai simboli; puntella la comprensione con frasi spontanee e rimanda al bambino l’emozione della storia mostrandola sul proprio volto.

Nelle fiabe De Agostini c’è una perfetta integrazione tra testo e illustrazione: ciò che si dice nel testo è chiaramente visibile nel codice iconografico delle immagini. Quel che narra la voce di mamma o papà si rende visibile nell’illustrazione. Le immagini sono chiare e significative anche per il bambino con fragilità comunicativa, che spesso mette in atto strategie di comprensione proprio sul registro visivo di un albo illustrato.

Va ricordato che il gesto della mano (detto “gesto deittico”) che indica i simboli nella modalità di lettura del modeling ha valore comunicativo anche sulle illustrazioni.

Mamma o papà, indicando le illustrazioni delle fiabe, domandano:

“Che cosa vedi qui?”

“Chi è questo?”

“Che cosa fa?”

Nelle fiabe de “I libri per tutti” le illustrazioni comunicano suoni e movimenti. Il momento condiviso della lettura accoglie altre esperienze sensoriali oltre all’udito: il bambino può sentire di partecipare alla storia con il tatto.

Il testo delle fiabe è stato semplificato, adattando le strutture sintattiche, riducendo la trama narrativa ai passaggi essenziali. La narrazione si sviluppa intorno a personaggi ben caratterizzati, positivi e negativi, per i quali i simboli rappresentano con efficacia le qualità. In sintesi la collezione di simboli delle fiabe “La bella addormentata”, “I tre porcellini”, “Il gatto con gli stivali” si costituisce di parole del lessico di base, familiare.

Giocare con i simboli di una fiaba è molto interessante, perché si possono rintracciare fili utili a trovare il significato di emozioni e paure.  Le fiabe presentano tanti importanti simboli per arricchire il quaderno comunicativo, soprattutto sul versante del lessico delle emozioni. Ciò che i bambini sperimentano nella lettura condivisa e negli scambi che ne seguono dà impulso alla generazione di nuovi spunti comunicativi. Le storie, le fiabe in particolare, hanno potere creativo anche in questo senso, in grado di regalare ad ogni bambino un momento di benessere.